PROGETTO DI STORIA
CONTEMPORANEA


Istituto tecnico tecnologico Fauser

Traccia 1 - 1922, UN ANNIVERSARIO DI VIOLENZA


Il cazzotto diventa dottrina e le biblioteche diventano nemiche



Consiglio regionale del Piemonte


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Bibliografia
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Nota
Le porzioni di testo evidenziate sono interattive
Sito interamente progettato e realizzato dagli studenti
Ferro Manuele - Salmoirago Paolo - Manzini Cesare - Ferrarini Alessandro

Coordinatrice Prof. Cardano Anna

Squadrismo è il cazzotto che diventa dottrina
(Filippo Tommaso Marinetti)


Tra il 27 e il 28 ottobre 1922 ebbe inizio la cosiddetta Marcia su Roma che portò Benito Mussolini a presiedere un nuovo Governo su incarico del re, ma fin dal 1920 era iniziata una strategia di occupazione del territorio da parte dei Fasci di combattimento prima, e poi del Partito Nazionale Fascista. E ancor prima erano iniziate azioni violente contro le sedi socialiste e popolari (ad esempio l’incendio della sede dell’”Avanti” è addirittura del 15 aprile 1919).
Anche nella Provincia di Novara, che allora comprendeva i territori delle attuali province di Novara, Vercelli, Biella e VCO, furono numerosi gli assalti alle sedi di Partiti, Sindacati, Associazioni e cooperative popolari, Municipi, tutti caratterizzati nell’uso di una violenza programmatica e identitaria, che era contemporaneamente un metodo di lotta politica ma anche il suo stesso contenuto.
La violenza del primo fascismo sarà in continuità con quella del fascismo divenuto regime, e poi con quella del fascismo repubblicano. Gli squadristi si riconoscono in codici di comportamento comuni e fanno squadra proprio attraverso gesti violenti e simbolici, a partire dalla “conquista” dei gagliardetti, delle bandiere, e dei simboli dei nemici, fino alla distruzione delle cose (sedi di partiti e sindacati, attività commerciali, luoghi ricreativi, biblioteche popolari) e delle persone attraverso l’umiliazione, la denigrazione e spesso anche l’annientamento.

Particolarmente significativo l’attacco alle biblioteche popolari per il suo significato simbolico: i roghi dei libri sono sempre indicatori e presagi di dittature e inciviltà.

A tal proposito si possono vedere la serie di articoli tratti da “La Giovane Italia” organo del Partito Nazionale Fascista novarese, relativi alla manifestazione di commemorazione della vittoria del 4.11.1918: troviamo la strumentalizzazione dei caduti, l’elogio dei bastoni e del manganello che hanno riportato l’ordine e il rispetto verso i militari, l’accusa verso i sovversivi che avevano raggiunto Vercelli con le scritte "W Matteotti" e "W Lenin". L’avversario politico è un nemico da estirpare, semplicemente non deve esistere. Il richiamo a ricordo di Matteotti, recentemente assassinato, diventa motivo di denigrazione.

La giovane Italia 6 novembre 1924 prima pagina
Cronaca manifestazione Vercelli 4.11.1924 e I treni (in basso a destra)
Perché i bastoni?


Nel novembre del 1922 Mussolini fa il suo primo discorso alla Camera dei deputati e dice, tra l’altro:

“Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:
potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.”

Dunque, la violenza è nelle sue mani, può usarla come crede, dice di non averla usata come avrebbe potuto, nasconde il fatto che, comunque, violenza c’è stata, e minaccia violenza futura.
Il culto della violenza fascista è culto della forza, si presenta come alternativo alla politica dell’Italia imbelle, alle classi dirigenti che avrebbero dovuto mantenere l’ordine e invece si lasciavano schiacciare dalle cosiddette organizzazioni sovversive.
La guerra aveva stravolto la vita quotidiana delle persone, tutto era diventato funzionale ad essa. Alla violenza i soldati si erano abituati, poi tutti erano rimasti delusi dai risultati, e, di fronte alle macerie, ai morti e ai malati, temevano per il futuro. Il malcontento popolare del dopoguerra avrebbe potuto sfociare in risultati che miglioravano le condizioni di vita, ottenuti per vie democratiche, mentre avvenne il contrario.
Tutto ciò avviene mentre per la prima volta metà della popolazione (ancora escluse le donne) può partecipare alle elezioni, ma insieme si diffonde l’antiparlamentarismo, già presente anche negli anni precedenti e ora accentuato dal disagio sociale.
Nel marzo del 1919 nascono Milano i Fasci di combattimento. Mussolini e Marinetti sono tra i principali oratori, poche settimane dopo, sempre a Milano, il 15 aprile 1919 fu incendiata la sede dell’”Avanti”, il quotidiano del Partito socialista.

La Provincia rossa: le elezioni del 1919, 1920 e 1921


1919 Le elezioni politiche del novembre 1919 sono vinte dai socialisti che, con 100.564 voti, pari al 63% dei suffragi, eleggono otto deputati, sui 12 collegi della provincia. Il Partito socialista in provincia di Novara ottiene la più alta percentuale che in qualsiasi altra provincia (aveva da solo 43.000 voti in più di quelli delle altre liste sommate insieme), e nasce così il mito della provincia rossa: per i fascisti mettere le mani sul territorio novarese diventa dunque simbolicamente molto importante.
Un altro fatto rilevante è il successo ottenuto dal Partito popolare italiano, che si presenta per la prima volta e conquista 17.851 voti, pari all'11%.

1920 Intanto cresceva il conflitto sociale. Nel 1920 nel novarese ci furono molti scioperi, tra i quali il più noto è lo sciopero agrario dei 50 giorni. Furono molte anche le fabbriche occupate, per restare nella zona di Novara ricordiamo le Bollonerie Tornite, la Dell’Erra, la Fonderia Fauser, la Fratelli Fontana, le Officine del campo di aviazione di Cameri, le fonderie Ticino di Galliate a cui si aggiunsero poi la Fratelli Rumi, la Falconi e, tra le tessili, la manifattura Rotondi con 1500 operai. Cominciano però le divisioni interne nel movimento socialista e aumenta, fin dai primi giorni dello sciopero, l'azione intimidatoria della pubblica sicurezza e dei fascisti.
In questo clima si svolgono le elezioni amministrative del novembre 1920: quasi la metà dei municipi della provincia (209 comuni, pari al 71% della popolazione) vedono nuovamente l’affermazione di amministrazioni socialiste. I socialisti tesserati sono più di 9000.
In particolare, al Comune di Novara viene confermata la maggioranza socialista con ben 32 consiglieri su 40. Il Sindaco è il professor Giuseppe Bonfantini. Questa amministrazione avrà vita breve e si concluderà violentemente nel luglio del 1922, con l’attacco fascista nella cosiddetta “battaglia di Novara”.

1921 Il 1921 è l'anno in cui il movimento operaio e il proletariato agricolo tentano una grande resistenza, e alle elezioni politiche del maggio 1921, svolte sotto la pressione di molti atti intimidatori fascisti, i socialisti scendono da otto a sei deputati, ma quattro deputati vengono ottenuti dal listone liberal fascista che evidentemente stava aumentando il consenso, a differenza di quanto avvenuto nel 1919.

Fascisti, socialisti e forze dell’ordine si scontrano frequentemente: lo squadrismo fascista era diventato rilevante nel novarese nel 1921, come mostrano le relazioni della Questura conservate all’Archivio di Stato di Novara, nelle quali sono raccontati i vari episodi per cui le forze dell’ordine sono intervenute (ad esempio per le distruzioni di una trattoria di Landiona).

1.6.1921 violenze fascisti socialisti, Questura Suno
1.6.1921 violenze fascisti-socialisti, relazione Questura

Alcuni gruppi erano però già nati nel 1918-19, appena dopo la guerra. Un rappresentante del novarese, Nino Fabiani, era anche stato a piazza San sepolcro nel marzo del 1919.

In quasi tutti i paesi vengono organizzati i Fasci di combattimento, operativi a Novara dal novembre del 1920. L’inaugurazione del gagliardetto della sezione novarese dei Fasci avviene il 10 aprile 1921 al Teatro Coccia, con notevole dispiegamento di forze dell’ordine. Riportiamo le prime righe dell’ordine di servizio della Questura, che prevede l’arrivo a Novara di molte persone, e le pagine in cui sono elencati i principali luoghi da proteggere e le sedi dei sovversivi da controllare.

Luoghi di controllo
Inaugurazione del gagliardetto
Circolo sovversivi in relazione

Violenza politica nel Nord-Ovest e nel novarese

Complessivamente nell'Italia del Nord-Ovest nel periodo 1919-1922 si contano almeno 608 episodi accertati di violenza politica, quasi il 75% solo in Piemonte. La maggior parte di questi episodi si verificano tra il 1921 e il 1922, e si tratta spesso di azioni di gruppo che avvengono secondo rituali precisi con uso di armi da fuoco, manganelli e bastoni, indossando la camicia nera, con camion e a volte anche con spedizioni in bicicletta.

La responsabilità degli episodi è stimata essere circa del 60% dei fascisti e 10% socialisti, mentre per il restante 30% non è chiaro chi sia l'effettivo responsabile


Gli eventi sono di diverso tipo: si tratta di assalti a sedi di partiti, scontri in piazza, aggressioni e risse, azioni intimidatorie, scioperi o addirittura omicidi politici piuttosto che assalti ai comuni

Riportiamo alcuni degli episodi che avvengono nel novarese.

Su alcuni di essi, Novara, Trecate, Galliate, torneremo per osservazioni su alcuni particolari per noi significativi

È possibile interagire con i segnaposti della mappa per vedere gli episodi locali

Galliate Novara Trecate Lumellogno