La Biblioteca Popolare della Casa del Popolo di Galliate

La Biblioteca popolare della Casa del Popolo di Galliate fu attiva dal 1909 al 1922.
Era sorta ad opera di Mario Vizia e di altri aderenti al Partito socialista che, presso
la Casa del Popolo, avevano anche aperto spacci alimentari con la funzione di
aggregazione dei lavoratori. Nella sede di via Sempione fu deciso fin dall'inizio di porre
una Biblioteca popolare, che servisse come formazione politica degli operai e dei contadini,
Galliate era già infatti un importante distretto sia agricolo che industriale. La Biblioteca
funzionò a pieno ritmo per 13 anni e, come per quella di Novara, i bibliotecari erano
insegnanti, in questo caso dei maestri elementari che prestavano la propria opera
gratuitamente. Il primo di novembre del 1922, quattro giorni dopo la marcia su Roma, la Casa del Popolo
fu occupata dai fascisti.

Lo spaccio di Galliate al piano terra e la Casa del Popolo al piano superiore

Occupazione della casa del popolo di galliate


Le intenzioni degli esponenti locali del fascio erano di chiudere la cooperativa che era un
po’ il simbolo dell'attività politica del socialismo galliatese. L'imprenditore tessile
Ercole Varzi però fece da intermediario, e ciò consentì che la cooperativa riprendesse
le proprie attività, anche se con un altro nome. In pratica, essa fu assunta dal fascismo
stesso, divenne “Società anonima cooperativa di produzione e consumo la galliatese” con
un nuovo Consiglio d'amministrazione, composto da fedeli del nuovo regime.
Questo Consiglio nel 1923 nominò una commissione allo scopo di eliminare dalla biblioteca
i libri giudicati sovversivi: in realtà questa commissione lavorò pochissimo, non si fecero
delle censure, pochi furono i libri espunti, Soprattutto si evitò quel rogo dei libri che
avvenne in altri luoghi, o le devastazioni che avvennero a Novara, gesti molto simbolici
contro la cultura, con cui in altri casi si erano concluse le operazioni fasciste. Non
avvenne, quindi, una vera e propria fascistizzazione della biblioteca, però essa rimase
dimenticata e chiusa fino alla fine della Seconda guerra mondiale, al termine della quale,
forse per incuria e superficialità, non f però più ritrovata. Ci restano però elenchi e
cataloghi, studiati da Mario Belletti, attraverso i quali si può capire quali letture si
facessero all’epoca.

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