Benvenuta Treves


Socialista, Insegnante e bibliotecaria della Biblioteca proletaria della Camera del
lavoro di Novara, cittadina novarese ebrea

(Torino 1885 - Novara 1974)

Benvenuta Treves nasce a Torino nel 1885 in una famiglia di italiani ebrei, commercianti in tessuti. Si laurea
in Lettere nel 1912 e vince il concorso per l'insegnamento, trasferendosi quindi a Novara nel 1919, dove si
iscrive al Partito Socialista, di cui è un’appassionata attivista.
Contribuisce, insieme alla collega Pia Omnis, alla nascita e al buon funzionamento della Biblioteca proletaria
istituita presso la Camera del Lavoro, si preoccupa di raccogliere sottoscrizioni e donazioni, e
ottiene anche un contributo dal Comune di Novara.

Anni dopo, in un’intervista condotta da Cesare Bermani, ricorderà con grande rimpianto la distruzione della
biblioteca avvenuta 19 luglio 1922 in seguito all'assalto fascista alla Camera del lavoro:
“La biblioteca proletaria era frequentata. Per dire dei particolari, c’era un operaio, un metallurgico che per
venire in biblioteca andava a casa dall'officina, e si cambiava perché andare in biblioteca per noi è come per
gli altri andare in chiesa, bisogna andarci col rispetto dell’ambiente, e qualche vecchio che mi
accompagnava la figlia, perché ‘deve sapere che c'è i libri’. C'ero io per la distribuzione dei libri la domenica
mattina e tre sere la settimana, e si vedeva l'interesse per la letteratura di tutti i generi […]. C'era il
romanzo, mandavano anche gli opuscoli di divulgazione socialista per finire con i classici del marxismo che
andavano molto. Lì la biblioteca aveva tutta la collezione dei classici, molti libri per ragazzi dell'allora
editrice Carabba di Lanciano, e poi romanzi sociali russi ampiamente, e Blasco ibanez. Si capisce, era quello
che si poteva discorrere, qualche cosa di storia ma in complesso era grande l'interesse, il rispetto per la
biblioteca. Sentivano, anche quelli che non ne usufruivano. che la biblioteca poteva svolgere una funzione
sociale e li hanno distrutti tutti i libri innocenti per i bambini della Carabba, presi e strappati. Era venuto
Giacinto Menotti Serrati e fotografare questa rovina, fracassati i lampadari, perché Bonfantini e Giulietti
l'avevano fatta molto dignitosa come arredamento, e me l'avevano affidata con gli scaffali, due grandi
tavolini, lampadari, e hanno fracassato coi bastoni i lampadari, i mobili e strappati libri, portata via la
cancelleria che hanno poi distribuito in giro. Qualche libro si è salvato…”

Cosa le successe dopo il 1922?


Dal 1923 al 1938 è docente di ruolo presso l'Istituto Tecnico Mossotti, apprezzata e stimata per la sua
correttezza e la sua ampia cultura. Le note di qualifica scritte dal Preside e inviate al Provveditorato sono
sempre di grande lode sotto il profilo morale e professionale. È inoltre una studiosa che pubblica vari saggi
di storia novarese, collaborando con il Bollettino storico novarese. Dal 1934 al 1938 si iscrive al Partito
Nazionale Fascista, nelle cui organizzazioni svolge attività soprattutto di tipo assistenziale, fino al suo
allontanamento avvenuto in seguito all'emanazione delle leggi razziali in Italia per opera del regime
fascista. La Treves è costretta a lasciare l'insegnamento nelle scuole pubbliche il 14 dicembre del 1938,
anche se aveva tentato in vari modi di ottenere la discriminazione dalla applicazione di tali leggi, portando a
proprio favore le competenze professionali riconosciute da tutti. Fu tutto inutile. Nel periodo tra la fine del
’38 e il 1943 sopravvisse dando lezioni private e cercando di mitigare le difficoltà che vivevano gli ebrei,
utilizzando le proprie conoscenze.

Dopo l'otto settembre del 43, a seguito dell’occupazione nazista, si deve nascondere improvvisamente il 19
settembre del 1943, avvisata fortunosamente dell’imminente rastrellamento contro gli ebrei in città.
Dopo la liberazione viene reintegrata nell'insegnamento al Mossotti e poi viene reinserita come docente di
ruolo alla scuola Morandi di Novara.

Fa parte poi del Consiglio d'amministrazione delle Biblioteche riunite Civica e Negroni nelle quali era stata
nominata come insegnante di lettere delle scuole superiori di Novara. In questa occasione propone
l’apertura al sabato pomeriggio della biblioteca, proposta che non viene accettata.

Militante del Partito socialista è tra le prime donne novaresi a candidarsi nella lista socialista che porta il
nome di “Falce, martello e libro”, già nelle comunali del ‘46, dove risulta la prima dei non eletti. Nel ’47
entra in Consiglio Comunale per sostituire un consigliere deceduto. Nel 1954 pubblica la “Tre vite” sulla
famiglia di antifascisti ebrei Artom, e nello stesso anno è eletta membro della commissione amministrativa
delle Biblioteche riunite Civica e Negroni. In seguito, nel 1956 viene eletta nuovamente nel Consiglio
Comunale, e diventa vicesindaco, durante il periodo in cui è il sindaco Alessandro Bermani, e assessore
all'assistenza, alla beneficenza e all'istruzione, con molte iniziative a favore del dei più disagiati, per
esempio distribuzione di merende gratuite negli asili, erogazione di contributi per la refezione,
distribuzione di minestre e pane, assegnazioni di borse di studio. Chiede di tenere aperti gli asili infantili
fino alle 18 per favorire le esigenze delle madri lavoratrici, istituisce corsi popolari anche nelle frazioni per
chi ha più di 14 anni, e corsi di addestramento artigianale.

Eletta nuovamente ancora nel 1960 nel consiglio comunale di Novara, in tale occasione, come assessore
anziano, assume la presidenza del Consiglio Comunale nelle sedute che precedono le elezioni del Sindaco.
Per questo protestano gli avversari politici, che, non accettando la Presidenza di una donna, la accusano di
non essere in grado di mantenere l'ordine.

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